Fatti salvi i riferimenti storici e le considerazioni tecniche che distinguono tra loro i sommergibili dai sottomarini, entrambi sono delle unità navali in grado di muoversi ed operare tanto sulla superficie del mare che nelle sue profondità.
La possibilità di operare al di sotto della superficie del mare rappresenta la più importante innovazione nella storia millenaria della navigazione e, sebbene questi mezzi vengano oggi utilizzati anche per esplorazioni scientifiche e ricerche minerarie nelle profondità marine, essi vennero immaginati sin dall’inizio con scopi bellici ovvero attaccare ed affondare le navi nemiche.
La possibilità di nascondersi sott’acqua per tendere l’agguato alle navi dell’avversario o per sfuggire alla loro caccia è stata la principale spinta allo sviluppo dei battelli come strumento bellico ed i vantaggi sono tanto maggiori quanto più elevate sono:
- la profondità raggiungibile, per un miglior occultamento ed una più difficile individuazione da parte degli avversari;
- l’ autonomia di immersione, sia in termini di durata delle sue risorse che di resistenza umana, per prolungare quanto più possibile l’occultamento;
- la velocità operativa, importante ai fini tattici, soprattutto per favorire il disimpegno dopo l’attacco;
- la silenziosità, per non svelare la propria presenza compromettendo la sorpresa.
Gli sviluppi tecnologici sono andati di pari passo con l’evoluzione del pensiero circa l’utilizzo tattico e strategico dei mezzi subacquei ed i battelli moderni sono molto vicino al sottomarino ideale, intendendo con questo termine un’unità navale concepita, disegnata e costruita per operare prevalentemente in immersione.