IL racconto è stato narrato per la prima volta sul forum il 16 dicembre 2008 al link http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=28503
Animato da follia, credo generata da precedenti post sull’argomento, sono andato a rispolverare i vecchi fasti dell’imbarco sul Bersagliere e, sperando di fare cosa gradita., mi sono messo a romanzare gli avvenimenti di quei tre mesi che furono una esperienza indimenticabile. Ecco dunque nascere una nuova rubrica : “I racconti del Dir”
Accomodatevi in camerino, sorseggiate il vostro Spalletti mentre raccolgo le idee e inizio il racconto (Il testo è ispirato ad un articolo uscito su RID di Gennaio 2004)
Pattugliatore d’altura BERSAGLIERE (F-584) classe SOLDATI, “choke point” tra Creta e Karpathos, Mediterraneo orientale.
Missione: pattugliamento dell’area per monitoraggio del traffico mercantile. L’unità è in propulsione diesel (per contenere i consumi ed aumentare l’autonomia) e da qualche giorno incrocia nelle acque dell’Egeo dopo una sosta per manutenzioni nel porto di Aksaz.
Programma del giorno: rifornimento di gasolio e kerosene dall’AOR tedesco SPESSART, esecuzione di esercitazione di difesa passiva (oggi tentiamo un abbandono nave…), addestramento a favore del personale dell’RSM con armi leggere, operazione di volo per allargare le capacità di monitoraggio dell’unità, seggiovia con i tedeschi dell’Emden. Questa è la giornata tipo durante il pattugliamento, mentre continuano le manutenzioni ed il ripristino delle apparecchiature in avaria, un lavoro senza fine.
Esercitazione di abbandono nave
Seggiovia con l’Emden
I monitor della COC mostrano al personale di guardia la situazione del traffico mentre i “sospetti” sono evidenziati su un tabellone a parte, il tutto con periodici aggiornamenti al comandante.
Le mense si susseguono monotone, seguite da qualche momento di relax, sia esso soleggio sul ponte di volo o una partita alla playstation, anche se qualcuno preferisce le vecchie carte da gioco.
Oltre tre mesi di lontananza da casa pesano, specialmente su unità di piccolo dislocamento, e spesso la tensione fa la sua comparsa nonostante i tentativi per mantenere alto il morale. E pensare che la gente paga fior di denari per venire da queste parti.
Questa STANAVFORLANT (oggi SNMG) è attiva già da un mese e operativa nel Mediterraneo orientale alla ricerca di traffici di armi o di terroristi. E’ dal 2002 che è le unità della NATO, chiamate in soccorso dagli Stati Uniti dopo l’attacco del 11 settembre in base all’articolo 5 del Patto Atlantico, solcano queste acque. In questo momento la forza è composta dal Cacciatorpediniere inglese Cornwall (che imbarca il commodoro comandante la squadra), una fregata e un rifornitore tedeschi, una fregata portoghese, una americana e il nostro pattugliatore d’altura. Ma sono saltuariamente assegnate alla forza dei sottomarini e degli aerei da ricognizione ,come d’altronde sono state rese permanentemente disponibili alla forza le basi di Aksaz (Turchia), Souda (Grecia) e Augusta (Italia).
In genere si rimane una zona una settimana per poi ricevere il cambio da altra unità della forza e mantenere il controllo dei settori assegnati; e mentre metà della forza è in porto a ritemprarsi, l’altra è in mare. Le interrogazioni ai mercantili sono continue: una costante nell’arco della giornata, mentre la vita di bordo prosegue scandita dai rigidi orari.
Eppure il tutto è partito quasi sei mesi fa, quando l’Unità, al termine di alcuni lavori, è stata chiamata a Taranto per affrontare il TIRNAV (una serie di esercitazioni che certificano la nave “combat ready”) e poco dopo ai poligoni per sparare tutto quanto c’è a bordo e verificare che quanto appreso al TIRNAV lo sappiamo davvero mettere in pratica.
Eccoci dunque a sparare con il nuovissimo 127/54 LW
A lanciare i missile A/A Aspide
E i missili antinave OTOMAT
Gli esami sono superati e dopo una giusta e copiosa innaffiata dei complimenti a cura del Capo Reparto Operazioni in quadrato Ufficiali arriva un messaggio che era già nell’aria da tempo: si parte per una missione operativa!
Abbiamo già lavorato sui compiti che ci saranno assegnati durante Active Endeavour, ma un ripasso è sempre il benvenuto. Se una Unità si rivela sospetta si deve procedere ad una ispezione e, per rimanere dal lato della ragione ci si posiziona sul lato dritto del sospetto. C’è diritto di precedenza ma a dare torto può essere la fisica viste le masse in gioco.
Ed è anche per questo che l’unità è in posto di combattimento in questi casi
Dopo avere imbarcato tutte le dotazioni e sbarcato tutto il superfluo si parte dalla Spezia sotto Pasqua, con l’uovo in mano da dare ai figli per consolarli. E’ difficile spiegare questa strana guerra e forse è più comodo dire che è la solita esercitazione, forse un po più lunga. E come sempre accade, durante il trasferimento per congiucerci alla Stanavforlant, arriva l’imprevisto: uno dei disel alternatori è un po troppo assetato di acqua e i motoristi si ritrovano a fare straordinario.
Non è una operazione semplice in mare, ma neppure impossibile. Si tratta di smontare la linea cilindro e la camicia, riprendere una camolatura con un po di stucco metallico e rimontare il tutto con nuove guarnizioni.
Tornato a nuova vita e con il Comandante che torna a respirare (chissa che ne capisce questo direttore, è sommergibilista e per di più è a bordo solo da sei mesi…) il diesel manifesta la sua contentezza frullando allegramente. Non passa molto tempo che i compagni di viaggio si palesano al’orizzonte. Ecco l’ammiraglia: il Cornwall
E un’altra unità della squadra: l’Emden
Dopo qualche saluto di rito il Commodoro decide di onorarci della sua visita e non credo fosse solo una visita di cortesia. E’ vero che ha cortesemente accettato i vari brindisi, ha visitato tutta la nave facendo domande e informandosi sul benessere dell’equipaggio (a confronto delle altre unità il Bersagliere è un po “stretto”), si è voluto perfino soffermare in Centrale di propulsione
con tanto di foto ricordo assieme alla squadra di guardia. Eppure la sua attenzione era verso prora e per quanto cercasse di nascondere molto educatamente il suo interesse, alla fine non poteva non palesarsi: il nuovo cannone 127/54 Light Weight!
Spero mi sara perdonato l’eufemismo ma… se lo è mangiato con gli occhi, dal sistema di caricamento nelle stive più basse alla scudatura superiore.
Un incontro da brivido si verifica dopo poche settimane di missione. Niente a che vedere con Active Endeavour in verità, ma per un marinaio nato sotto guerra fredda queste sono occasioni particolari. La flotta Russa del Mar Nero si sta trasferendo e ci transita a fianco. Vero, a poppa c’è la croce di Sant’Andrea e non la falce e il martello, ma la linea è quella studiata sugli almanacchi navali, quella di un possibile nemico che poteva essere chiamato ad annientarti viste le caratteristiche antisom.
Le mitragliere da 40/70 vengono disposte per chiglia e si tenta un timido approccio scambiandosi segnali a lampi di luce. Qualcosa tipo un buongiorno e buonasera tra due sconosciuti al bar…
E come se fossimo al bar, anzi in quadrato, al Direttore scappa detto che ha dei dubbi sull’assetto della nave. Saranno delle manie sommergibilistiche ma non sono convinto e chiedo una motobarca per farmi un giro appena possibile. “dov’è il problema?” fanno i piloti, “dall’alto si vede meglio e tra mezz’ora andiamo in volo”. Gia, la dimensione aerea mi sfugge ancora…. Ma non perdo l’occasione e cosi ecco il nostro prode sommergibilista librarsi su un elicottero che, a suo tempo, fece caccia antisom….
“Il Comandante è pregato di comunicare con la Plancia”
La decisione di ispezionare un contatto di interesse, presa a livello centrale sulla base di informazioni intelligence, sentito il parere dello stato di bandiera del mercantile e dietro la dichiarata cooperatività da parte del comandante del mercantile, arriva via etere sotto forma di messaggio.
Dati del sospetto, porto di partenza, probabile destinazione, possibile carico sospetto. Alcuni “stati canaglia” curano certe “relazioni” sul Mar Nero e non dovrebbe essere difficile trovare il mercantile dopo il passaggio dei Dardanelli.
Sono le acque territoriali il punto interrogativo, se il nostro “amico” decide di passare sotto costa può farla in barba a tutti.
Il dispositivo viene applicato nella sua totalità e altre unità della forza vengono richiamate dai loro settori per serrare le maglie della rete. Per avere maggiore velocità e agilità di manovra si inseriscono i 50.000 cavalli delle turbine a gas ed inizia la caccia. Fedele al suo nome il Bersagliere, si dirige “di corsa verso il luogo dell’”appuntamento” e i 32 nodi raggiunti meritano di essere immortalati!
La vecchia carretta del mare si dichiara nella prima mattinata ed inizia l’ombreggiamento in attesa dell’ordine definitivo di abbordaggio: il comandante del mercantile si è dichiarato cooperativo.
Non passa molto tempo prima che l’autorizzazione arrivi ed il personale del SAN MARCO, i primi ad andare sul mercantile per proteggere il team ispettivo da colpi di testa, si prepara. Entrambi sono in mensa per il briefing, è indispensabile non lasciare nulla la caso e ricordare continuamente le “lezioni”.
Mimetica, anfibi, giubbotto antiproiettile ed elmetto in kevlar. Un fucile a pompa o l’HK MP-5 sono le armi in dotazione. A seguire si prepara anche il team ispettivo, ufficiali e sottufficiali del BERSAGLIERE, che imbarcherà con la seconda ondata, con la stessa dotazione, tranne l’arma: una Beretta cal.9 Parabellum. Il team del San Marco è chiamato sul ponte di volo per imbarcare sull’elicottero
e “Sting”, cosi si chiama il nostro elicottero AB-212, decolla con il team di protezione. In pochi minuti i ragazzi dello RSM scendono mediante “barbettone” sulla poppa del sospetto e incomincia la messa in sicurezza del mercantile da controllare: rapida ispezione dei locali e accentramento dell’equipaggio in mensa: sono elementari norme di sicurezza.
“Sting” ritorna a bordo e non appena si riceve il “nave sicura” dai Leoni torna a decolare: deve trasportare anche il team ispettivo, ma questa volta calandolo con il verricello.
L’ispezione inizia: controllo dei documenti della nave in una plancia disadorna, controllo dei passaporti del personale (Siriani, Palestinesi … ), controllo visivo di tutti i locali di vita, controllo del carico nelle stive.
Le ricetrasmittenti permettono di mantenere i contatti con tutti i membri della squadra e di questa con la plancia del BERSAGLIERE.
Nessuna volontà dell’equipaggio di cooperare oltre il minimo indispensabile ma è comprensibile. E comunque le ROE parlano chiaro: impiego della forza esclusivamente per autodifesa.
Nulla di anomalo è stato rilevato, ma non si può ispezionare visivamente il contenuto dei container (sono sigillati!), come non si può cercare qualcosa sotto un “monte” di fosfati. E’ lo stesso problema che abbiamo in comune con gli amici Portoghesi, Americani, Tedeschi e Inglesi nei loro boarding.
L’elicottero torna a prendere il personale, riportandolo a bordo in ordine inverso, qualcuno potrebbe cambiare idea circa la cooperatività verso la NATO, nonostante la famosa cordialità dell”‘homo italicus”, universalmente riconosciuta e apprezzata.
De-briefing sull’operazione compiuta, analizzando a caldo quanto effettuato o non effettuato, i filmati digitali girati sul COI, come si potrebbe migliorare l’attività.
Mentre il mercantile dirige verso la sua destinazione, partono i messaggi per informare le autorità militari di quanto rilevato: a volte particolari insignificanti possono nascondere rilevanti sorprese. Il nostro “amico” ha raggiunto il porto di destinazione, ora non è più un problema nostro e l’ordine è di riprendere il pattugliamento interrotto.
E’ lo scorrere del tempo in questa attività operativa: molta monotonia da cercare di annientare con le esercitazionie e, ogni tanto un “colpo di vita” , di quelli che fanno crescere l’adrenalina in corpo finchè non è tutto finito.
Ma Active Endeavour è stato anche molto altro: è stato un fraternizzare e scambiarsi visite impiegando ogni mezzo, perfino le Vertrep per raggiungere le altre Unità
E’ la vita in mare, condita di quella fratellanza che è al di sopra delle bandiere e dei nazionalismi. Cosi, al termine dell’attivazione, mentre la nuova STANAVFORLANT è già in viaggio per sostituirci, dopo innumerevoli bicchieri di birra e wurstel a bordo dei tedeschi, dolci bevute di Porto sull’unità portoghese, scambi di scherzi e lazzi con inglesi e americani (che hanno gradito molto il vino, comunque) il bersagliere dirige verso Casa
Questa storia finisce qui, con Bersagliere con il suo equipaggio schierato in una foto di chiaro stampo sommergibilistico per gli ultimi saluti
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