Questa pagina è stata realizzata per volere e grazie alla famiglia del 2° Capo Paolo Trentin raccogliendo le informazioni nella discussione del 1 giugno 2006 sul forum www.betasom.it.
Un sommergibilista…
Si chiamava Paolo Trentin, presumiamo fosse secondo capo segnalatore ed il suo ultimo imbarco portava il nome di una pietra preziosa: Zaffiro.
I suoi parenti non hanno una tomba su cui piangerlo dal 9 Giugno del 1942, data in cui il battello ha trovato l’ultimo riposo negli abissi del Mediterraneo occidentale.
La Signora Trentin, nipote di Paolo, ha scelto il nostro forum per ricordare la figura dello zio, 64 anni dopo la sua scomparsa. E ancora una volta, sempre volentieri e con orgoglio, aiuteremo a lenire una ferita ancora aperta ricordando Paolo Trentin con tutto il materiale che la nostra comandante ci ha donato, foto e testimonianze.
Questo è l’inizio della storia, desumibile dai pochi dati rintracciati dalla famiglia:
Paolo Trentin è Nato ad Arre (PD) l’8 ottobre 1914 da Ernesto e Margherita Ciceri;
dai nastrini del berretto desumiamo che sia stato imbarcato sui sommergibili Jalea, Sciesa e Zaffiro;
gradi e nastrini ci dicono che era secondo capo segnalatore ma che probabimente è passato alla categoria furiere dopo il 1939, che aveva una licenza di scuola media superiore e che ha fatto la guerra di Spagna (sullo Sciesa o sullo Jalea). I nastrini indicano, da sinistra a destra:
Croce di Guerra al Valor Militare
Croce di Guerra
Volontario in Spagna
Commemorativa dell’Impero
Commemorativa Guerra di Spagna
Campagna di Spagna;
queste le medaglie relative ai suddetti nastrini
I suoi imbarchi
Regio sommergibile “Antonio SCIESA“
Classe “BALILLA” (4 unità )
foto dello Sciesa tratta dal sito www.betasom.it
Negli anni ’20 la Regia Marina, constatato che la guerra sottomarina poteva essere portata in mari lontani, decise di sperimentare la costruzione di sommergibili di grande dislocamento. Per la progettazione fu scelto il cantiere del Muggiano, il più esperto in questa arma. Venne quindi impostata la classe ” Balilla “, composta di 4 unità: Balilla, Millelire, Toti, Sciesa per la Marina italiana ed una, l’Humaita, per la Marina brasiliana. La classe costituì un ottimo prototipo che sarà destinato a lunghe crociere; tali battelli, opportunamente migliorati, saranno riprodotti nella successiva classe ” Calvi “. L’Humaita rimase in servizio nella Marina Brasiliana fino agli anni ’50.
Le 4 unità italiane furono poste alle dipendenze della flottiglia di Spezia, riunita nella 1^ squadriglia conosciuta anche come ” di grande crociera”. Nel 1929 la squadriglia effettuò una crociera toccando i porti mediterranei e atlantici della Spagna e arrivando fino a Lisbona.
Nel 1930 Balilla e Sciesa compirono una crociera alle Canarie e in nord Europa arrivando fino ad Anversa.
Dal settembre 1933 al febbraio 1934 Sciesa e Toti effettuarono il periplo dell’Africa via Suez-Capetown-Gibilterra toccando oltre 20 porti africani e dimostrando l’attitudine a lunghe permanenze in mari tropicali.
All’inizio della 2^ GM lo Sciesa si trovava in agguato nella zona antistante le Bocche di Cattaro; tornò a Brindisi dopo 5 giorni senza essere venuta in contatto con unità avversarie. Operò fino al Luglio 1942 in numerose missioni nel Mediterraneo senza venire mai a contatto con il nemico.
Nel Luglio 1942 l’unità venne adibita al trasporto di rifornimenti in Africa settentrionale, dalla sede di Taranto. al comando del TV Raoul Galleti; nel rientro dalla Libia avvistò il 6 ottobre, a nord di Bengasi, un sommergibile in superficie, apparentemente fermo. Lo Sciesa si portò immediatamente all’attacco e da una distanza di 800 metri lanciò il siluro contro il battelo. Dopo 59 secondi dal lancio fu udita una forte esplosione. Ritenendo di avere securamente colpito il nemico, il comandante dello Sciesa ricercò, nella zona, eventuali naufraghi, con esito negativo. Da parte britannica non risulta nessuna traccia di questa azione.
Salpato nuovamente da Taranto il 5 novembre, il giorno successivo sbarcò a Tobruk 84,8 t di munizionamento e 1 t di materiale chirurgico; fu poi colpito da tre bombe di aereo, che provocarono la morte di 23 membri dell’equipaggio, ingenti danni ed un vasto incendio. Per evitare l’affondamento, lo Sciesa fu portato ad incagliare su bassi fondali (12 ottobre 1942) e fu completamente distrutto con cariche esplosive.
L’attività bellica dello Sciesa fu di 10 missioni di agguato offensive, 2 di trasferimento tra porti nazionali, 6 di trasporto materiali in Africa settentrionale per 370,3t di cui 128,6 di benzina in latte, 199,3 di munizionamento, 32, 6 di viveri e 9,8 di materiale vario e sanitario.
Regio sommergibile Zaffiro
Classe “600” serie Sirena
Motto Ubique Fulgeo (ovunque rifulgo)
La classe Sirena era un miglioramento della serie Argonauta ed era costituita da 12 unità. Unica modifica di rilievo riguarda la prora a forma di squalo e l’adozione di un impianto frigorigeno ad anidride solforosa liquida.
IL 4 Giugno 1934 lo Zaffiro fu consegnato alla Marina e dislocato alla Spezia con la 3^ squadriglia. Durante il periodo prebellico effettuò le normali crociere addestrative annuali e nel 1940 fu dislocato a Lero, da dove ebbe inizio la sua prima missione di guerra effettuata a sud dell’isola di Rodi.
Rientrò in sede il 14/6/1940 senza avere intercettato traffico nemico.
In occasione della missione in cui il smg Scirè effettuò l’attacco ad Alessandria che culminò con l’affondamento delle corazzate Queen Elizabeth e Valiant, lo Zaffiro venne destinato a recuperare gli operatori subacquei che eventualmente fossero riusciti a sottrarsi alla cattura. Dal 22 al 25 dicembre pendolò nella zona disimpegnandosi in una occasione da una unità leggera avversaria avvistata a brevissima distanza. La sera del 25 dopo una infruttuosa attesa fece ritorno a Lero.
L’8/6/1942 l’unità, al comando del TV Carlo Mottura, lasciò la base di Cagliari per portarsi in zona di agguato a sud delle Baleari; successivamente furono disposti alcuni spostamenti per l’intercettazione di una formazione navale britannica proveniente da Gibilterra e diretta a levante.
Lo Zaffiro non rispose mai alle chiamate radio; sembra che sia stato affondato, per azione nemica, in una data compresa tra il 9 giugno e l’8 luglio 1942 (presumibilmente il 9 giugno) in una zona non definita del Mediterraneo occidentale compresa tra il 39° parallelo e la costa dell’Africa, sulla congiungente Cagliari-Algeri. Non cui furono superstiti tra i 49 membri dell’equipaggio.
Complessivamente l’unità aveva compiuto 13 missioni di guerra e 9 di trasferimento e percorso 14584mg.
Regio Sommergibile “Jalea” (2°)
Classe “600” serie “Argonauta” (7 unità), motto: “Aude et Vinces” (osa e vincerai)
Impostato il 20 gennaio 1930 presso Cantieri Odero Terni Orlando della Spezia
varato il 15.6.1932
consegnato il 16.6.1933
radiato il 1.2.1948
dislocamento in superficie 666,56t
dislocamento in immersione 810,43t
lunghezza 61,5 m
larghezza 5,65 m
immersione in carico normale dosato 4,64m
apparato motore su 2 morori diesel FIAT potenza 1250cv, 2 motori elettrici CRDA potenza 800 cv
velocità in superficie 14 nodi
velocità max in immersione 8 nodi
autonomia 4900mg a 9,5 nodi
armamento: 6 TLS(4 AV 2 AD) da 533 mm/ 12 siluri, 1 cannone da 102/35, 2 mitragliatrici da 13,2
equipaggio 4 ufficiali, 32 sottufficiali e marinai
profondità di collaudo 80m
Verso la fine degli anni 20 la R.M. affido a Bernardis l’incarico di progettare un battello di 600t; questi rielaborò il progetto della classe “Squalo” apportando le necessarie modifiche e affidando le rifiniture di dettaglio ai 3 cantieri italiani in grado di costruire sommergibili: CRDA di Monfalcone (GO), TOSI di Taranto e OTO del Muggiano (SP) .
I sette Argonauta rappresentano la prima serie della classe “600”, a detta di molti la classe meglio riuscita della componente subacquea italiana. Ottime macchine, vantavano pregi quali robustezza, manovrabilità, erano ben suddivisi internamente ma, soprattutto, costruibili in grande quantità anche dalla debole industria navalmeccanica italiana. Saranno ordinate altre 4 serie di battelli (Sirena, Perla, Adua, Platino) per complessive 59 unità.
Varato nel 1932 alla Spezia fu posto alle dipendenze del Comando in Capo del Dipartimento per i lavori di allestimento e le prove di collaudo. In data 16/3/1933 passò in attività ed effettuò una crociera in porti nazionali. Nel 1934, anno in cui era dislocato alla Spezia, lo Jalea effettuò una crociera addestrativa che ebbe come itinerario il Pireo, Alessandria, Tobruk, Bengasi e Tripoli.
Durante la guerra di Spagna compì tre missioni speciali della durata di 6, 14 e 16 giorni. Durante la seconda, nella notte del 25 dicembre 1936 attaccò, con esito negativo, un piroscafo sospetto e, il mattino successivo, lanciò senza colpire contro la M/N spagnola Villa de Madrid. Nel corso della terza missione, al comando del CF Silvio Garino, la mattina del 12 agosto 1937, lanciò 2 siluri contro l’unità capofila di una formazione di 2 cacciatorpediniere repubblicani che uscivano da Cartagena; un siluro danneggiò gravemente il ct Churruca, ponendolo fuori combattimento per il resto della guerra.
Nel 1938 passò in forza al gruppo di Lero.
Allo scoppio della 2^GM, lo Jalea fu inviato in agguato nello stretto di Caso, in una zona confinante con quella assegnata allo Jantina. Rientrato a Lero il 14 Giugno 1940, svolse intensa attività nel Mediterraneo orientale senza mai avvistare unità avversarie.
All’inizio del 1941 fu destinato alla Scuola Sommergibili di Pola, dove rimase fino all’agosto 1943. Fu poi assegnato alla base di Taranto, disimpegnando una intensa attività bellica fino all’ 8 settembre.
Aveva compiuto 22 missioni di guerra, 11 di trasferimento e 147 uscite per addestramento allievi a Pola, percorrendo 19575 miglia.
Dopo l’armistizio si recò a Malta, quindi fu inviato ad Augusta ed infine a Taranto per un turno di lavori. Nel giugno 1944 fu destinato dapprima a Gibilterra e successivamente ad Algeri, Ismailia e Porto Said, per svolgere attività addestrativa a favore delle unità antisommergibili alleate.
Allla fine del 1944 ritornò a Gibilterra, dove rimase fino alla fine del conflitto. Nel Maggio 1945 lo Jalea,unico sommergibile superstite della serie Argonauta, rientrò in Italia dove rimase inattivo fino alla fine del conflitto.
L’ultima lettera di Paolo Trentin
Queste le parole con cui la signora Paola Trentin ha accompagnato la lettera che ha inviato al forum Betasom:
“Questa è l’ultima lettera scritta dallo zio Paolo a sua sorella Clara, la maggiore delle tre sorelle Trentin (Paolo era l’ultimo fratello e l’unico maschio).”
Clara mia cara,
sono da te per ringraziarti nuovamente del disturbo che vi ho dato, ringraziamenti che farai pure a Teresa, Adolfo e Piero.
Sono partito da Padova, ma il mio cuore è sempre là, non si può staccare dalle persone a me tanto care, da quelle persone che mi vogliono veramente bene, anche se non me lo sono sempre meritato.
Anche te, povera Clara, ti ho fatto più di una volta piangere e ora vedi sto scontando tutte quelle tue lacrime e ti dico che oggi mi pesano veramente sulla coscienza. Voglio, prima di partire, il tuo perdono e la tua benedizione, solo cosi sarò contento e tranquillo. Mi dispiace che di me abbiate solo tristi ricordi, vorrei aver speso meglio la mia vita, ma ti prometto che in seguito sarò un ragazzo assennato. Sei contenta ?
Durante questo mio periodo di lontananza forzata ti raccomando la mamma, è l’unica persona che mi rimane al mondo e la raccomando a te; vedi , l’inverno prossimo non potrà più vivere in quella casa troppo grande e troppo fredda , bisognerà risolvere il problema nel migliore dei modi e anche io concorrerò con tutto quello che potrò e di questo non puoi neanche lontanamente dubitare, si tratta di mia madre e per lei farei qualsiasi sacrificio.Ora intanto staremo a vedere come si mettono le cose e questa estate si deciderà sul da farsi.
Qui sempre le solite cose, il solito lavoro. Non mi dispiace però il dover rimanere sui sommergibili, anche se questi sono la causa di tante privazioni e di tanti dolori sia da parte mia che da parte vostra. In questi momenti bisogna essere forti e sopportare con rassegnazione ogni eventualità. Da parte mia sono pronto a tutto, perché sono ancora, ringraziando Iddio, lucido di mente.
Alle volte si sente da parte di qualcuno criticare le nostre facoltà mentali. Bisogna essere matti, dicono, per rimanere sui sommergibili, sempre ringraziando Iddio sono pochi e sono loro dei senza cervello, perchè non possono capire e non potranno mai capire cosa vuol dire l’attaccamento alla propria nave, quella è oggi la nostra casa e solo noi possiamo sino ai limiti del possibile, tenerla in piedi; è un lembo della nostra Patria, della nostra terra in mezzo all’immenso mare e a noi è dato l’alto compito di difenderla fino all’ultimo istante. Nessuno può capire quali vincoli esistano fra le persone che fanno parte di questa famiglia, la vita di uno è la vita di tutti, la sorte di uno è di tutti.
Vorrei che almeno tu potessi comprendermi e darmi ragione, una volta a bordo non si può più staccarsi, non si può più dividersi.
Ricordami con affetto a tutti i tuoi piccoli e insegnagli che prima di amare te amino con tutte le loro forze la Patria. Di’ a loro che hanno uno zio, uno solo in mezzo a tanti parenti, che ha fatto e che fa veramente la guerra. Di’ a loro che era cattivo, che era scapestrato, ma che ha sempre avuto un buon cuore e che questo cuore ora lo ha dedicato tutto per la santa causa della libertà. Di’ loro che non è guerra solo quella che si combatte in trincea, ma è guerra combattuta anche quella in mare, perchè oltre al nemico bisogna lottare contro gli elementi della natura. Tutto questo puoi dirlo con la testa alta, senza paura di esagerare o di dire troppo, perchè questa è vita veramente vissuta.
Ora ti debbo lasciare perchè il dovere mi chiama, arrivederci presto, questo è il più bell’augurio per noi tutti.
Baci affettuosi ai piccoli, Adolfo e te.
Tuo Paolo
L’AFFONDAMENTO DELLO ZAFFIRO
L’ultimo ordine di missione inviava lo Zaffiro verso Gibilterra per intercettare un convoglio inglese; praticamente dalla partenza non si hanno più notizie del battello ma confrontando con notizie degli archivi alleati si può ipotizzare che lo Zaffiro sia affondato nei pressi delle Baleari, approssimativamente 35 miglia a SW di Ibiza.
Questi sono gli ultimi istanti dello Zaffiro:
Ai primi di aprile del 2005 appare agli occhi dei subacquei spagnoli appartenenti ai gruppi Mundo Azul, H2O e Filmasub l’inconfondibile sagoma di un sommergibile affondato. Il battello non viene identificato con certezza ma sembrerebbe plausibile ipotizzare che si tratti di un u-boot tedesco, oppure del Veniero o dello Zaffiro. Dalle discussioni in rete, in particolare sul sito www.bajoelagua.com, prende soprattutto piede la possibilità che sia lo Zaffiro.
Chi ha scoperto il relitto del sommergibile ha deciso, giustamente, di non rivelare la posizione esatta perché è il luogo dell’ultimo riposo dei marinai caduti.
RENDIAMO ONORE AI CADUTI DELLO ZAFFIRO RICORDANDOLI UNO PER UNO…
Mottura, Carlo Tenente di Vascello, comandante del sommergibile Zaffiro 9/6/42
Aldinucci , Enrico Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Areggi , Giulio Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Arich-Tich , Tristano Guadiamarina Zaffiro 9/6/42
Bertini , Bruno Sottotenente di Vascello Zaffiro 9/6/42
Bertolini , Bruno Comune Zaffiro 9/6/42
Bona , Giovanni Sergente Zaffiro 9/6/42
Bonaldo , Giovanni Comune Zaffiro 9/6/42
Bonliccelli , Alfirio Capo di 3ª Classe Zaffiro 9/6/42
Borra , Bruno Sergente Zaffiro 9/6/42
Burgato , Giovanni Capo di 3ª Classe Zaffiro 9/6/42
Cadario , Cesare Guadiamarina Zaffiro 9/6/42
Carboni , Mario Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Corio , Guido Comune Zaffiro 9/6/42
Dellarieri , Ignazio Capo di 1ª Classe Zaffiro 9/6/42
Dente , Carlo Comune Zaffiro 9/6/42
Di Somma , Felice Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Finto , Raffaele Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Fonseca , Cosimo Comune Zaffiro 9/6/42
Gadeschi , Giovanni Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Gay , Mario Comune Zaffiro 9/6/42
Gerardi , Antonio Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Guidone , Marcello Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Noviello , Francesco Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Pacifico , Antonio Comune Zaffiro 9/6/42
Paracalli , Vincenzo Comune Zaffiro 9/6/42
Quaglia , Arnaldo Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Rana , Gualtiero Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Ribuoli , Gigetto Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Rossakola , Renato Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Ruvolo , Grazio Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Santoni , Pierino Comune Zaffiro 9/6/42
Tartara , Luciano Sottocapo Zaffiro 9/6/42
Trentin , Paolo Capo di 2ª Classe Zaffiro 9/6/42
Uva , Sergio Comune Zaffiro 9/6/42
Vakgiu , Armando Comune Zaffiro 9/6/42
Zanna , Corrado Tenente G.N. Zaffiro 9/6/42
Zerbinati , Angelo Sergente Zaffiro 9/6/42