Sommergibili classe " Glauco "
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CARATTERISTICHE TECNICHE
Catteristiche generali della classe " Glauco "
Tipo: sommergibile di piccolo dislocamento
Dislocamento:
- in superficie: 160 t
- in immersione: 243 t
Dimesioni:
- Lunghezza: 36,80 m
- Larghezza: 4,32 m
- Immersione: 2,50 m
Apparato motore superficie: 4 motori a benzina (tipo FIAT per Glauco, Squalo, Narvalo e tipo Thornycroft per Otaria e Tricheco), 2 eliche
- Potenza: 600 cv Glauco, Squalo, Narvalo - 800 cv Otaria e Tricheco
- Velocita massima in superficie: 13,0 nodi
- Autonomia in superficie: 150 miglia a 13 nodi - 225 miglia a 10 nodi
Apparato motore immersione: 2 motori elettrici di propulsione Savigliano
- Potenza: 170 cv
- Velocita max: 6,2 nodi
- Autonomia in immersione: 18,6 miglia a 6,2 nodi - 81 miglia a 3,5 nodi
Armamento: Glauco - 3 tls AV da 450 mm, 2 siluri tipo A 68/450x4,64 - Squalo, Narvalo, Otaria e Tricheco - 2 tls AV da 450 mm, 2 siluri tipo A 68/450x4,64
Equipaggio: 2 ufficiali, 12 tra sottufficiali e marinai
Profondità di sicurezza: 25 m
UNITA' DELLA CLASSE
" Glauco "
PROFILO
Generalità
I sommergibili classe "Glauco" furono i primi veramente operativi ad alzare la bandiera italiana e furono i primi battelli progettati ex novo da Laurenti. A dimostrazione dell'altissima professionalità di Laurenti, va rilevato che tutte le caratteristiche fondamentali dei sommergibili tipo "Laurenti" erano già presenti in questi battelli e precisamente: doppio scafo resistente, sezioni trasversali che si adattavano ai macchinari installati, accentuata compartimentazione interna, sovrastruttura stagna della coperta, zavorra distaccabile.
Come era prevedibile, la loro messa a punto fu assai laboriosa e numerosi interventi di modifica furono necessari anche quando erano divenuti ormai operativi. In ogni caso essi vanno considerati come battelli sperimentali, la cui affidabilità, dal punto di vista operativo, fu sempre insufficiente. Un punto particolarmente delicato era costituito dai motori a benzina, per loro natura pericolosi, in quanto utilizzavano un combustibile altamente volatile ed infiammabile e, inoltre, ancora imperfetti, in quanto la tecnologia di questi motori era allora agli inizi.
Scafo
I "Glauco" erano progettati per operare ad una quota massima di 25 m, all'epoca giudicata sufficiente visto che il loro impiego programmato doveva essere nell'Adriatico. Come detto in precedenza, i battelli di questa classe erano a doppio scafo resistente; tra i due scafi erano ricavati sei doppi fondi contenenti l'acqua di zavorra. Ciascun doppio fondo era dotato di valvole di allagamento nella parte inferiore e valvole di sfogo d'aria nella parte superiore. Il tempo impiegato per l'allagamento dei doppi fondi era di 5 minuti.
Mezzi di governo
I sommergibili classe "Glauco" erano dotati di due timoni verticali sistemati a poppa estrema e calettati rigidamente sullo stesso asse verticale, uno sopra e l'altro sotto lo scafo: il timone superiore aveva una superficie di 1,15 m2 e quello inferiore una superficie di 1,90 m2. Il massimo angolo di barra era di 33 gradi. In questo modo il sommergibile, allorché navigava in immersione, necessariamente a bassa andatura, avendo una superficie dei timoni verticali quasi raddoppiata rispetto a quella utilizzabile in superficie, continuava a mantenere una elevata qualità manovriera.
I timoni orizzontali erano quattro: una coppia a prora ed una coppia a poppa. Erano dotati di trasmissioni rigide ad ingranaggi e giunti cardanici; la stazione di governo era in camera di manovra. Il massimo grado di inclinazione era di 30 gradi.
Impianto do propulsione
Per quanto riguarda l'apparato motore, sui sommergibili Glauco, Squalo e Narvalo vennero installati quattro motori a benzina - a due a due in serie su due linee d'asse - tipo Fiat a 4 tempi, 6 cilindri, irreversibili; a 700 giri/1' ciascun motore sviluppava una potenza di 150 hp (110,4 kW). La messa in moto avveniva tramite i motori elettrici di propulsione. Invece sui sommergibili Otaria e Tricheco vennero imbarcati motori a benzina tipo Thornycroft a 4 tempi, 4 cilindri, irreversibili; a 600 giri/1' ciascun motore sviluppava una potenza di 400 hp (294,4 kW). Anche per questi motori la messa in moto avveniva tramite i motori elettrici di propulsione.
Per la navigazione in immersione erano installati, in linea con i motori a benzina, due motori elettrici di propulsione (uno per linea) del tipo Savigliano, i quali potevano anche funzionare come dinamo per la carica della batteria di accumulatori. Ciascun M.E.P. era comandato da un quadro di controllo il quale, a mezza forza, collegava tutte e quattro le sottobatterie in parallelo - il M.E.P. assorbiva così 400 A a 105 V - mentre a tutta forza collegava le quattro sottobatterie a due a due in serie e le due serie di due sottobatterie a loro volta in parallelo - in questo modo il M.E.P. assorbiva 300 A a 210 V.
La batteria di accumulatori - che in superficie veniva caricata dal M.E.P., che funzionava da dinamo, ed in immersione alimentava lo stesso M.E.P., che funzionava da motore elettrico di propulsione - era composta da quattro sottobatterie di 54 accumulatori, aventi una capacità di 900 Ah, del tipo Tudor, costruiti dalla Società Italiana Accumulatori Elettrici.
Le due eliche, a tre pale, avevano un diametro di 1 m. Originariamente erano del tipo a passo variabile, quindi avevano un rendimento limitato rispetto a quelle a passo fisso e, inoltre, erano molto meno affidabili in quanto dipendenti da un delicato meccanismo di orientamento delle pale; tale soluzione era obbligata, poiché a quel tempo i motori erano irreversibili, per cui, per ottenere l'inversione di marcia con motori che ruotavano sempre nello stesso verso, era indispensabile agire sull'orientamento delle pale delle eliche. Nel febbraio del 1914, essendo stati introdotti i sistemi di inversione di marcia dei motori, anche le eliche vennero sostituite con altre a passo fisso, sicuramente migliori da tutti i punti di vista.
Armamento
L'armamento dei "Glauco" era costituito da due tubi lanciasiluri per siluri da 450 mm installati a prora: sembra che sul solo Glauco ne siano stati installati tre.
Attività
I sommergibili furono varati in tempi diversi: il Glauco nel 1905, lo Squalo ed il Narvalo nel 1906, l'Otaria nel 1908, il Tricheco nel 1909. Entrati in servizio e dopo l'addestramento iniziale, questi battelli operarono, con base a Venezia, prevalentemente lungo il litorale Adriatico.
Per le attività specifiche di ogni singolo battello si rimanda alla scheda di riferimento selezionabile nel riquadro UNITÀ DELLA CLASSE.
BIBLIOGRAFIA SPECIFICA
(per i riferimenti evidenziati in giallo sono attivati i collegamenti alle recensioni sul forum www.betasom.it)
Pollina P. M., I sommergibili italiani 1895-1962, Roma, U.S.M.M. - 1963
Miozzi O. - Turrini A., Sommergibili Italiani (2 vol.), Roma, U.S.M.M. - 1999
Turrini A., L'opera di Cesare Laurenti, Roma, U.S.M.M. - 2002