“Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato”
Così recita il noto Principio d’Archimede ma a bordo di un battello questo non è un semplice principio fisico ma diventa l’Undicesimo Comandamento che ti accompagna sempre, ad ogni passo, quando mangi, quando lavori, quando sei in bagno per ricordarti la sottile differenza tra la vita e la morte.
A bordo occorre vigilare sempre sull’esatto bilanciamento tra il peso totale del battello e la spinta idrostatica ricevuta dal mare, pena un’emersione non voluta (magari sotto una nave che ti sperona) o un’ immersione incontrollata fino all’implosione dello scafo resistente del sommergibile…
Innanzitutto occorre verificare l’assetto dell’unità contabilizzando con precisione tutto il materiale: viveri, munizioni, carburante imbarcato per la missione insieme al numero di persone di equipaggio. Appurato in modo estremamente preciso di quanto è aumentato il peso complessivo del battello e come sono distribuiti i diversi carichi, si calcola quanta acqua di mare va imbarcata o sbarcata dalle casse assetto e compenso: un errore potrebbe essere fatale e solo quando questa operazione è stata ultimata si può dare inizio alla missione, chiudere tutti gli accessi con l’esterno e comunicare di essere pronti all’immersione.
Per immergersi occorre annullare la spinta di Archimede imbarcando acqua in apposite casse. Quando il Comandante ordina l’immersione si assume una velocità relativamente alta per dare portanza ai timoni di profondità, per compensare eventuali errori dell’assetto, e poi si procede all’apertura degli sfoghi d’aria delle casse che si riempiranno man mano di acqua. Se i calcoli dell’assetto sono giusti, quando le casse saranno completamente piene il sommergibile sarà immerso e stabile in quota, anche riducendo la velocità; in caso di errore si imbarca, si sbarca o si travasa l’acqua nelle varie casse assetto e compenso fino ad ottenere il bilanciamento esatto tra spinta e peso.
Durante la navigazione in immersione l’equipaggio consumerà i viveri ed andrà in bagno, i motori bruceranno il combustibile, il battello attraverserà strati di acqua con temperatura e salinità e, magari, verranno sparati dei siluri: l’assetto dovrà essere mantenuto costantemente sotto controllo apportando tutte le modifiche del caso sino al momento di far emergere il battello ovvero riacquistare la spinta di Archimede sbarcando l’acqua contenuta nelle casse.
Ecco una simulazione grafica dell’immersione e dell’emersione di un moderno sottomarino Classe 212